La tecnologia italiana che sorprende i russi e scava sotto il suolo di Sochi

04 feb 2014

È tutto pronto a Sochi per ospitare la prima manifestazione olimpica russa. E a portare l'accento italiano non saranno soltanto i 114 atleti azzurri selezionati per disputarsi la XXII edizione dei giochi invernali. Da due anni, infatti, attorno alla città sul Mar Nero riecheggia anche la voce dell'eccellenza tecnologica del Belpaese: ha la cadenza milanese dei progettisti di Rocksoil, quella romagnola dei tecnici Trevi e Soilmec (Gruppo Trevi) e bolognese del team Officine Maccaferri (sistemi ingegneristici di contenimento).

Tre grandi brand del know-how italico nel campo dell'ingegneria civile per il sottosuolo che hanno reso possibile ciò che i russi ritenevano irrealizzabile: tre chilometri di doppia galleria ad amplissima sezione (quasi il doppio rispetto allo standard di 120 mq) sotto Sochi, in un terreno franoso, per completare la tangenziale che collegherà la città con la stazione sciistica di Krasnaja Poljana e il villaggio olimpico di Adler.

Un titanico complesso di infrastrutture, lavori per oltre 350 milioni di euro, in cui le nostre imprese si sono ritagliate un business di decine di milioni di euro. Ed è solo l'inizio di cantieri a otto zeri che si aprono ora per la tecnologia italiana nell'area siberiana, prevede Pietro Lunardi, l'ex ministro, fondatore della società di geoingegneria Rocksoil, che ha progettato e seguito i lavori in tempi record (22 mesi di scavo) della doppia galleria nella regione di Krasnodar.

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Di Ilaria Vesentini
Fonte: Il Sole 24 Ore - Impresa & Territori

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